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Daniel Libeskind

Daniel Libeskind

Libeskind passa l'infanzia in Polonia, dove studia e inizia a dedicarsi alla musica. Finita la scuola quindi, con i suoi genitori si trasferisce in Israele a Tel Aviv. Qui si appassiona con grandi risultati alla musica.
Nel 1960, riesce a vincere una borsa di studio messa in palio dall'American-Israel Cultural Foundation Fellowship che gli permette il trasferimento negli Stati Uniti, nell'amata New York che sognava da bambino. Si iscrive alla facoltà di architettura della Cooper Union for the Advancement of Science and Art. La Cooper Union è un'università che fa riferimento a una grande fondazione privata, e, a differenza delle “normali” università americane, offre insegnamenti gratuiti agli studenti con minori possibilità economiche e concede molta libertà ai ragazzi, seguendo con attenzione la loro creatività. La laurea arriva nel 1970. Decide di approfondire ancora di più gli studi, grazie alla spinta di Peter Eisenman e si trasferisce a Londra per potersi specializzare, presso l'Università dell'Essex, in Storia e Teoria dell'Archittetura. Dopo quest'ultimo corso di studi, ormai diventato un uomo dall'elevato spessore intellettuale e artistico, inizia ad insegnare a Londra (all'Architectural Association), negli Stati Uniti ma anche in varie università europee e in Giappone. Dal 1978 ricopre la carica di direttore del Dipartimento di Architettura alla Cranbrook Academy of Art and Design, la celebre scuola di Saarinen. Qui progetta per la prima volta un edificio inclinato che sovverte le regole geometriche in occasione di un concorso per la riqualificazione di un'area abbandonata del Potsdamer Guterbahnhof a Berlino. Nel 1985 conclude il suo lavoro e parte per Milano, dove nel 1986 fonda e dirige fino al 1989 un laboratorio didattico sperimentale no-profit, la Architecture Intermundium. Libeskind poi lascia l'Italia, e accetta l'invito della “Paul Getty Foundation” a lavorare come Senior Scholar al Center for the Arts and the Humanities a Los Angeles. Intanto progetta il City Edge di Berlino, quella che diventerà l'icona irrealizzata del Decostruttivismo, e vince il primo premio per il concorso dell'“IBA City Edge Competition”. (Wikipedia)

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«Occorre usare la matita come una spada.» Franco Albini